PIAZZA ROMA 8, 47855 GEMMANO RN
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La Riserva Orientata di Onferno
La Riserva Naturale Orientata rappresenta un complesso carsico nei gessi con un’importante colonia di pipistrelli. Il territorio della Riserva coincide con il SICp Onferno IT 4900001 (Sito di importanza Comunitaria)
Parco Naturale istituito con delibera Consiglio regione Emilia-Romagna del 23 aprile 1991
Il territorio fa parte dell’area Fascia collinare dell’Appennino romagnolo, nella valle del Conca, è esteso per 274 ettari, di grande bellezza, che registra la presenza di grotte naturali estese per oltre 700 metri. È tutelata per l’indubbio valore naturalistico dato dalla presenza di una vegetazione densa e ricca, di una fauna selvatica anche rara e di una geologia particolare strettamente legata agli affioramenti di gesso e ai suoi calanchi. Altitudine minima mt. 230 slm massima mt. 505.
È un territorio che consente escursioni ed osservazioni naturalistiche e paesaggistiche di ottimo livello, a piedi, in bici o anche a cavallo, lungo i diversi sentieri, segnati, che lo attraversano.
Sede Amministrativa presso Municipio di Gemmano P.zza Roma, 1 – 47885 Gemmano RN
Ufficio Comunale 0541 854060 – www.comune.gemmano.rn.it;
Ufficio Turistico Gemmano 0541 984694
Dove si trova
La riserva, è a una trentina di chilometri da Rimini, tutela un piccolo complesso carsico nei gessi messiniani e altri ambienti del composito paesaggio della valle del Conca. La principale emergenza è la grotta che si apre sotto lo sperone dove sorgeva il medievale castello di Inferno, del quale resta parte dell’abitato (il nome, derivato dal latino Infernum, con il significato di luogo basso e oscuro, venne mutato agli inizi dell’Ottocento in Onferno per volontà di un vescovo riminese).
Da Rimini (uscita Rimini Sud dell’autostrada A14) si prende la SP 31 per Coriano e si prosegue poi per Gemmano e Onferno. Da Riccione e Cattolica, invece, si risale la valle del Conca sino a Marciano di Romagna e Gemmano.
Per chi possiede il navigatore, cercare CASTELLO DI ONFERNO.
LA FLORA
Il territorio può essere diviso in tre zone:
Le Selve
Il margine orientale della riserva rivestito da un compatto bosco ceduo, nel quale prevalgono
la roverella, il carpino nero e l’orniello, intervallati da rari aceri. Questa zona è molto ricca di arbusti, i piú abbondanti sono il nocciolo, il corniolo, il ligustro, la coronilla e il citiso; fra i rampicanti la meglio rappresentata è sicuramente la rosa di S. Giovanni.
La zona dei Gessi di Onferno
I boschi nei pressi delle grotte sono popolati da tiglio ibrido e borsolo, mescolati a roverella, orniello,
acero campestre e acero opalo. Sulle pareti gessose più esposte al sole troviamo querceti a roverella misti a sporadici lecci. Sulle ripide pareti gessose si incontrano anche esemplari di alloro.
La zona dei calanchi - Ripa della Morte
L’area protetta comprende anche le ripide pareti arenacee della Ripa della Morte, i vicini calanchi, lembi di bosco e coltivi tipici di questa estrema porzione di Romagna, incuneata tra San Marino e il Montefeltro. Solamente 350 matri di sviluppo sono interessati dal percorso turistico, mentre il secondo livello, le Sali laterali e il terzi livello sono interdette alla presenza umana. La grotta è monitorata in termini di rilievo di temperatura e umidità, nonché oscillazioni strutturali, mediante una rete d i sensori.
Questa zona per la sua particolare conformazione è rivestita da una rada copertura vegetale.
La vegetazione deve essere in grado di resistere a lunghi periodi di aridità ed alla salinità del terreno, interessato frequentemente da fenomeni franosi.
Prevale l’Agropyron pungens, una graminacea che forma vasti tappeti, e la Sulla, leguminosa dalla rossa fioritura.I coni di detrito alla base dei calanchi, soggetti a frequenti ristagni d’acqua, sono popolati da farfaro.Molto imponente la presenza della ginestra, pianta questa che ben si addice alla conformazione del terreno e nella tarda primavera produce spettacolari fioriture.
A Onferno l’attività estrattiva e di trasformazione del gesso, iniziata probabilmente nell’alto medioevo, si è perpetuata sino al Novecento ed è cessata solo negli anni ‘60. Alcuni ruderi conservano il toponimo La Fornace e in un vano scavato alla base della rupe sono ancora visibili i resti di un antico impianto per la produzione di gesso cotto.
LA FAUNA
Fauna tipica della zona collinare Romagnola, fra i grandi mammiferi da rilevare la presenza del capriolo e dell’istrice, mentre tra i piccoli mammiferi sono comuni talpa, arvicola, topo selvatico e moscardino.
Interessante la presenza del toporagno appenninico.
Fra gli uccelli si riscontra la presenza di allodola, storno, quaglia, cuculo, fagiano, merlo, usignolo, capinera e scricciolo, mentre fra i rapaci si nota la presenza dell’ albanella reale, gheppio, lodolaio, poiana, oltre alla presenza dei notturni barbagianni, allocco e civetta.
Interessante la presenza all’interno delle grotte di una folta famiglia di chirotteri rappresentati da sei
specie diverse.Sempre in grotta si nota l’abbondante presenza di cavallette del genere Dolichopoda , dalla insolita colorazione bruno chiaro dovuta alla depigmentazione.